British orkers are missing the point
it orker | 03.02.2009 20:29 | Culture | Globalisation | Workers' Movements | World
From our comrade Mazzetta a text very usefull
I tried to translate ith babelfish but it as terrible, do your best to get it
http://roma.indymedia.org/node/7816
Gli operai che in Gran Bretagna stanno protestando contro l'impiego di lavoratori italiani e portoghesi sul suolo britannico, forse mancano d'intelligenza e d’informazioni fondamentali, così reagiscono quasi alla cieca di fronte alla crisi e puntano quello che hanno sotto mano: lavoratori come loro, che ritengono dovrebbero cedere il passo e il lavoro sulla base di un'inesistente diritto di precedenza per i locali. Oppure più banalmente esercitano il potere della loro aggregazione su quello che hanno a portata di mano, in fin dei conti in Gran Bretagna lavorano milioni di non-britannici senza destare scandalo. La loro pretesa è comunque assurda da qualunque parte si provi a girarla e sarebbe assurda in qualsiasi paese, in tempo di crisi come in tempo di vacche grasse; ma diventa puro autolesionismo quando provoca una paradossale guerra tra poveri in un momento nel quale la crisi è in tutta evidenza responsabilità dei ricchi e delle élite. Anche nel nostro paese qualcuno ha già pensato di risolvere la disoccupazione cacciando i non italiani.
britishjobs_leaflet.jpgQuello che nel mondo anglosassone si chiama “blame game”, il gioco della colpa, vede per ora vincitori proprio i responsabili della crisi e non solo in Gran Bretagna. Dagli Stati Uniti all'Italia non sono ancora cadute teste eccellenti, nessuno si è assunto pubblicamente le responsabilità del disastro, mentre le classi dirigenti stanno organizzando piani destinati primariamente a salvare il sistema che garantisce loro privilegi, piuttosto che a cercare di lenire i morsi della crisi su miliardi di persone che hanno la sola colpa di aver cercato di vivere, o sopravvivere, credendo che bastasse lavorare onestamente per garantire un futuro privo di stenti alla propria famiglia. Solo nella minuscola Islanda la reazione dei cittadini ha fatto cadere il governo, ma nemmeno là gli eventi hanno originato la minima autocritica tra la classe dirigente.
Questo è forse il dato che colpisce di più ora che la crisi è definitivamente scoppiata, di fronte ad un disastro epocale la colpa non è di nessuno. Tutti i principali attori economici e politici attorno al mondo, se intervistati rispondono che la colpa non è loro, al massimo concedono di essersi lasciati trascinare nel fare come facevano tutti senza rendersi bene conto delle conseguenze. Diventa quindi difficile prendersela con gli operai britannici, non saranno certo i loro sindacati a renderli edotti sulla questione e nemmeno saranno i fascisti del British National Party che sembrano già calati come avvoltoi sulla protesta offrendosi per la caccia allo straniero. Gli uni e gli altri sono incredibilmente funzionali al sistema che nessuno sa come riformare e gli operai inglesi hanno già dimostrato di non essere animati da pensieri malati, respingendo le seduzioni del BNP con sdegno, di più, a queste condizioni, è difficile pretendere di più da loro. Anche nel nostro paese i sindacati stanno sacrificando le scarse ricchezze dei lavoratori sull'altare della crisi.
Resta il fatto che episodi come quello della protesta degli operai inglesi confermano la gravità del quadro generale e il rischio che dopo l'incredibile massa di truffe ordite dalla finanza globale si consumi una rapina epocale ai danni della classe media nei paesi avanzati, già piegata da anni di capitalismo selvaggio, ponendo sul suo capo un debito enorme, quasi del tutto generato a beneficio di quelle stesse élite che hanno provocato la catastrofe. La beffa delle beffe sarebbe assistere anche alla guerra tra poveri nei paesi sedicenti avanzati.
Il gioco è abbastanza scoperto ed evidente e viene dopo decenni nei quali si sono spremuti i bilanci statali sulla pretesa che i capitali così liberati sarebbero stati investiti al meglio dai privati intitolati a farlo. Governi di destra o di sinistra poco importa, l'unanimismo tra le classi politiche occidentali è stato marmoreo, i privilegi che ne sono derivati hanno portato al consolidamento di classi politiche che ovunque si sono infeudate nelle istituzioni e nei parlamenti come terminali di comitati d'affari.
Investite informalmente di questo potere quasi assoluto, le élite nazionali hanno ovunque supportato politiche economiche che hanno alterato le politiche di redistribuzione delle ricchezze nazionali a favore delle classi privilegiate, si sono creati molti ricchi e molti ricchi sono diventati incredibilmente più ricchi, al prezzo della creazione di centinaia di milioni di poveri o quasi-poveri.
610xUn dato che deve far riflettere è quello della dinamica della tassazione delle classi medie e medio-basse negli ultimi decenni. Nonostante l'incredibile enfasi che ovunque nel mondo si è spesa per la riduzione delle tasse, quelle sulla classe media non sono mai calate, in nessun paese. Sono calate solo le tasse per i grandi redditi, mentre allo stesso tempo si offriva loro la possibilità di utilizzare i paradisi fiscali e mentre la classe media veniva incatenata dall'informatica, là dove il prelievo non è alla fonte come nel nostro paese. Inutile dire che tutti i tagli ai servizi e alle prestazioni sociali pubbliche hanno rappresentato un aumento esponenziale della tassazione occulta sulla classe media, almeno dove esistono servizi pubblici, perché negli Stati Uniti quando perdi il lavoro perdi anche la copertura sanitaria. Allo stesso modo è stata la classe media ad assorbire l'impennarsi dei prezzi delle materie prime fino a poco prima che l'economia globale cominciasse la sua implosione.
Un articolo del britannico The Guardian segnala come tra le prime cento società per azioni britanniche ce ne siano ben poche che pagano le tasse in Gran Bretagna. Quasi tutte le evadono legalmente dislocando all'estero le parti dell'organizzazione che generano utili, generalmente in paradisi fiscali, e lasciando in Gran Bretagna solo quelle parti che non generano reddito, con il paradosso per il quale aziende che vantano miliardi di sterline di profitti sui libi mastri della City, su quei profitti non versano un penny di tasse all'erario inglese. Forse gli operai inglesi potrebbero trovare più soddisfazione e più senso nell'assediare certi loro connazionali.
Non succede e sicuramente la cosa non dispiace a quelle società che hanno evaso la tassazione inglese e nemmeno dispiace alle genialità della finanza che non sanno dove sbattere la testa. Funziona così quasi ovunque ed è inutile dire che con l'importo di quelle tasse si potrebbe garantire un reddito a milioni di cittadini britannici, che per tutta la loro vita hanno pagato tutte le loro tasse e che ora ritrovano le loro vite tra i “danni collaterali” delle malversazioni altrui.
La soluzione sembra ovunque quella di caricare il debito dei ricchi sulle spalle di quelli che ricchi non sono. Il problema grosso e che le classi medie sono già state dissanguate, anche chi ha un lavoro decente e sicuro, che gli permette di continuare a pagare le tasse e di mangiare, non ha margini per pagare anche l'odiosa tassa per salvare il reddito dei ricchi indebitati. Ancora meno ce l'hanno tutti quelli ai quali è stato offerto un lavoro sempre più infame e pagato sempre meno, o quelli che hanno perso o perderanno anche un lavoro assurdo perché produce un reddito insufficiente alla sopravvivenza.
Evidentemente la crisi è grave, ma non è ancora matura e quello che si può capire è che chi guida la giostra cerca di buttare soldi che non ci sono per permettere alla giostra di continuare a girare a dispetto di qualsiasi logica. Che la giostra possa tornare a girare come prima è impossibile, insostenibile, inconcepibile, basta pensare all'incongruenza tra l'invito al consumo nonostante l'impossibilità di mantenere i livelli di consumo precedenti per mancanza di capitale e di credito. La ripresa dei consumi sarebbe quella che dovrebbe permettere di continuare come prima e ripagare i debiti. A oggi la ripresa dei consumi è l'obiettivo dichiarato di tutti i governi ed è spacciata come la panacea di tutti i mali, ma come questa sia possibile mentre il reddito della classe media è ovunque al limite della sussistenza, con la capacità di indebitamento che è stata azzerata per soccorrere la finanza, non lo spiega nessuno. Gli stessi che dicono che prima si comprava troppo a debito, adesso dicono che quei livelli di consumo sono l'unica soluzione per salvare la baracca; difficile che possa sfuggire che manca la parte nella quale si spiega come fare quando non ci si può indebitare e si deve anche ripagare i debiti pregressi.
Fino a quando non si schianterà anche l'ultimo dei Mohicani sarà difficile assistere a vere autocritiche e a seri tentativi di mettere mano ad un sistema che è avviato al collasso. Negli Stati Uniti la nuova amministrazione riscuote fiducia, ma è schiava delle stesse dinamiche e delle stesse collusioni, non sarà certo Obama a ripianare i debiti per magia e ancora meno potrà mettere mano a certe dinamiche, così come non sarà l'economia sociale di mercato alla tedesca che potrà rappresentare la prossima foglia di fico da mettere davanti alla prossima trovata per cambiare qualcosa affinché nulla cambi. Con queste premesse la grande sfida dei paesi che si pretendono avanzati, non è tanto quella del salvataggio delle economie, quanto quella di attraversare questa crisi senza precipitare nella guerra tra poveri e senza derogare ai propri livelli di civiltà e solidarietà.
fonte: www.mazzetta.splinder.com
I tried to translate ith babelfish but it as terrible, do your best to get it
http://roma.indymedia.org/node/7816 Gli operai che in Gran Bretagna stanno protestando contro l'impiego di lavoratori italiani e portoghesi sul suolo britannico, forse mancano d'intelligenza e d’informazioni fondamentali, così reagiscono quasi alla cieca di fronte alla crisi e puntano quello che hanno sotto mano: lavoratori come loro, che ritengono dovrebbero cedere il passo e il lavoro sulla base di un'inesistente diritto di precedenza per i locali. Oppure più banalmente esercitano il potere della loro aggregazione su quello che hanno a portata di mano, in fin dei conti in Gran Bretagna lavorano milioni di non-britannici senza destare scandalo. La loro pretesa è comunque assurda da qualunque parte si provi a girarla e sarebbe assurda in qualsiasi paese, in tempo di crisi come in tempo di vacche grasse; ma diventa puro autolesionismo quando provoca una paradossale guerra tra poveri in un momento nel quale la crisi è in tutta evidenza responsabilità dei ricchi e delle élite. Anche nel nostro paese qualcuno ha già pensato di risolvere la disoccupazione cacciando i non italiani.
britishjobs_leaflet.jpgQuello che nel mondo anglosassone si chiama “blame game”, il gioco della colpa, vede per ora vincitori proprio i responsabili della crisi e non solo in Gran Bretagna. Dagli Stati Uniti all'Italia non sono ancora cadute teste eccellenti, nessuno si è assunto pubblicamente le responsabilità del disastro, mentre le classi dirigenti stanno organizzando piani destinati primariamente a salvare il sistema che garantisce loro privilegi, piuttosto che a cercare di lenire i morsi della crisi su miliardi di persone che hanno la sola colpa di aver cercato di vivere, o sopravvivere, credendo che bastasse lavorare onestamente per garantire un futuro privo di stenti alla propria famiglia. Solo nella minuscola Islanda la reazione dei cittadini ha fatto cadere il governo, ma nemmeno là gli eventi hanno originato la minima autocritica tra la classe dirigente.
Questo è forse il dato che colpisce di più ora che la crisi è definitivamente scoppiata, di fronte ad un disastro epocale la colpa non è di nessuno. Tutti i principali attori economici e politici attorno al mondo, se intervistati rispondono che la colpa non è loro, al massimo concedono di essersi lasciati trascinare nel fare come facevano tutti senza rendersi bene conto delle conseguenze. Diventa quindi difficile prendersela con gli operai britannici, non saranno certo i loro sindacati a renderli edotti sulla questione e nemmeno saranno i fascisti del British National Party che sembrano già calati come avvoltoi sulla protesta offrendosi per la caccia allo straniero. Gli uni e gli altri sono incredibilmente funzionali al sistema che nessuno sa come riformare e gli operai inglesi hanno già dimostrato di non essere animati da pensieri malati, respingendo le seduzioni del BNP con sdegno, di più, a queste condizioni, è difficile pretendere di più da loro. Anche nel nostro paese i sindacati stanno sacrificando le scarse ricchezze dei lavoratori sull'altare della crisi.
Resta il fatto che episodi come quello della protesta degli operai inglesi confermano la gravità del quadro generale e il rischio che dopo l'incredibile massa di truffe ordite dalla finanza globale si consumi una rapina epocale ai danni della classe media nei paesi avanzati, già piegata da anni di capitalismo selvaggio, ponendo sul suo capo un debito enorme, quasi del tutto generato a beneficio di quelle stesse élite che hanno provocato la catastrofe. La beffa delle beffe sarebbe assistere anche alla guerra tra poveri nei paesi sedicenti avanzati.
Il gioco è abbastanza scoperto ed evidente e viene dopo decenni nei quali si sono spremuti i bilanci statali sulla pretesa che i capitali così liberati sarebbero stati investiti al meglio dai privati intitolati a farlo. Governi di destra o di sinistra poco importa, l'unanimismo tra le classi politiche occidentali è stato marmoreo, i privilegi che ne sono derivati hanno portato al consolidamento di classi politiche che ovunque si sono infeudate nelle istituzioni e nei parlamenti come terminali di comitati d'affari.
Investite informalmente di questo potere quasi assoluto, le élite nazionali hanno ovunque supportato politiche economiche che hanno alterato le politiche di redistribuzione delle ricchezze nazionali a favore delle classi privilegiate, si sono creati molti ricchi e molti ricchi sono diventati incredibilmente più ricchi, al prezzo della creazione di centinaia di milioni di poveri o quasi-poveri.
610xUn dato che deve far riflettere è quello della dinamica della tassazione delle classi medie e medio-basse negli ultimi decenni. Nonostante l'incredibile enfasi che ovunque nel mondo si è spesa per la riduzione delle tasse, quelle sulla classe media non sono mai calate, in nessun paese. Sono calate solo le tasse per i grandi redditi, mentre allo stesso tempo si offriva loro la possibilità di utilizzare i paradisi fiscali e mentre la classe media veniva incatenata dall'informatica, là dove il prelievo non è alla fonte come nel nostro paese. Inutile dire che tutti i tagli ai servizi e alle prestazioni sociali pubbliche hanno rappresentato un aumento esponenziale della tassazione occulta sulla classe media, almeno dove esistono servizi pubblici, perché negli Stati Uniti quando perdi il lavoro perdi anche la copertura sanitaria. Allo stesso modo è stata la classe media ad assorbire l'impennarsi dei prezzi delle materie prime fino a poco prima che l'economia globale cominciasse la sua implosione.
Un articolo del britannico The Guardian segnala come tra le prime cento società per azioni britanniche ce ne siano ben poche che pagano le tasse in Gran Bretagna. Quasi tutte le evadono legalmente dislocando all'estero le parti dell'organizzazione che generano utili, generalmente in paradisi fiscali, e lasciando in Gran Bretagna solo quelle parti che non generano reddito, con il paradosso per il quale aziende che vantano miliardi di sterline di profitti sui libi mastri della City, su quei profitti non versano un penny di tasse all'erario inglese. Forse gli operai inglesi potrebbero trovare più soddisfazione e più senso nell'assediare certi loro connazionali.
Non succede e sicuramente la cosa non dispiace a quelle società che hanno evaso la tassazione inglese e nemmeno dispiace alle genialità della finanza che non sanno dove sbattere la testa. Funziona così quasi ovunque ed è inutile dire che con l'importo di quelle tasse si potrebbe garantire un reddito a milioni di cittadini britannici, che per tutta la loro vita hanno pagato tutte le loro tasse e che ora ritrovano le loro vite tra i “danni collaterali” delle malversazioni altrui.
La soluzione sembra ovunque quella di caricare il debito dei ricchi sulle spalle di quelli che ricchi non sono. Il problema grosso e che le classi medie sono già state dissanguate, anche chi ha un lavoro decente e sicuro, che gli permette di continuare a pagare le tasse e di mangiare, non ha margini per pagare anche l'odiosa tassa per salvare il reddito dei ricchi indebitati. Ancora meno ce l'hanno tutti quelli ai quali è stato offerto un lavoro sempre più infame e pagato sempre meno, o quelli che hanno perso o perderanno anche un lavoro assurdo perché produce un reddito insufficiente alla sopravvivenza.
Evidentemente la crisi è grave, ma non è ancora matura e quello che si può capire è che chi guida la giostra cerca di buttare soldi che non ci sono per permettere alla giostra di continuare a girare a dispetto di qualsiasi logica. Che la giostra possa tornare a girare come prima è impossibile, insostenibile, inconcepibile, basta pensare all'incongruenza tra l'invito al consumo nonostante l'impossibilità di mantenere i livelli di consumo precedenti per mancanza di capitale e di credito. La ripresa dei consumi sarebbe quella che dovrebbe permettere di continuare come prima e ripagare i debiti. A oggi la ripresa dei consumi è l'obiettivo dichiarato di tutti i governi ed è spacciata come la panacea di tutti i mali, ma come questa sia possibile mentre il reddito della classe media è ovunque al limite della sussistenza, con la capacità di indebitamento che è stata azzerata per soccorrere la finanza, non lo spiega nessuno. Gli stessi che dicono che prima si comprava troppo a debito, adesso dicono che quei livelli di consumo sono l'unica soluzione per salvare la baracca; difficile che possa sfuggire che manca la parte nella quale si spiega come fare quando non ci si può indebitare e si deve anche ripagare i debiti pregressi.
Fino a quando non si schianterà anche l'ultimo dei Mohicani sarà difficile assistere a vere autocritiche e a seri tentativi di mettere mano ad un sistema che è avviato al collasso. Negli Stati Uniti la nuova amministrazione riscuote fiducia, ma è schiava delle stesse dinamiche e delle stesse collusioni, non sarà certo Obama a ripianare i debiti per magia e ancora meno potrà mettere mano a certe dinamiche, così come non sarà l'economia sociale di mercato alla tedesca che potrà rappresentare la prossima foglia di fico da mettere davanti alla prossima trovata per cambiare qualcosa affinché nulla cambi. Con queste premesse la grande sfida dei paesi che si pretendono avanzati, non è tanto quella del salvataggio delle economie, quanto quella di attraversare questa crisi senza precipitare nella guerra tra poveri e senza derogare ai propri livelli di civiltà e solidarietà.
fonte: www.mazzetta.splinder.com
it orker
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03.02.2009 21:13
The war between the poor makes the rich happy
Workers in Britain are protesting against the employment of Italians and Portuguese on British soil, perhaps lack of basic intelligence and information, so they react almost blind in the face of crisis and what they aim at hand: how workers them, which they consider should give way and work on the basis of un'inesistente right of way for the premises. Or more banal exercise of their aggregation on what they have on hand, at the end of the work in Great Britain million non-British without arouse scandal. Their claim is absurd for any part you try to turn and it would be absurd in any country, in times of crisis such as in time of fat cows, but is pure self leads to a paradox when the war between the poor at a time when the crisis is in obvious responsibility of the rich and elite. Even in our country someone has already thought to solve unemployment driving the non-Italians.
britishjobs_leaflet.jpgQuello that in the English speaking world is called "blame game", the game of guilt, sees its winners for now the leaders of crisis and not only in Great Britain. From the U.S. to Italy have not yet fallen excellent heads, no one has publicly taken responsibility for the disaster, while the leaders are organizing plans designed primarily to save the system that guarantees their privileges rather than to try to soothe the bites of crisis on billions of people who have the only guilty of trying to live, or survive, believing that enough work honestly to ensure a future devoid of hardship to his family. Only in tiny Iceland, the reaction of citizens has dropped the government, but even there the events resulted in the minimum between the self-leadership.
This is perhaps because the more striking now that the crisis has been finally exploded, in front of a historic disaster is not the fault of anyone. All major economic and political actors around the world, if the respondents answered that it is not their fault, the maximum grant they have left is to drag as they did all right without realizing the consequences. Becomes difficult to blame the British workers will not be sure their unions to make them aware of the issue, nor will the fascist British National Party who seem to have fallen like vultures on the protest offering for hunting aliens. Both the others are incredibly functional to the system that nobody knows how to reform and the British workers have already demonstrated that they are not motivated by ill thought, rejecting the seductions of the BNP with indignation, more, under these conditions, it is difficult to expect more from them. Even in our country, unions are sacrificing the limited wealth of the workers on the crisis.
The fact remains that episodes such as the British protest of the workers confirmed the seriousness of the general framework and the risk that after the incredible amount of fraud by finance warp aggregate consumption epochal robbery against the middle class in developed countries, already bent by years of savage capitalism, placing his head on a huge debt, almost entirely generated for the benefit of those same elites who have caused the disaster. The mockery of a mockery would also assist in the war between poor self-developed countries.
The game is quite evident and discovered and comes after decades in which they have squeezed the budgets on the pretense that the funds thus released would be better invested by individuals entitled to do so. Governments of the right or left does not matter, unanimity among the political classes western was marble, the privileges derived from it have led to the consolidation of political classes that infeudate wherever they are in institutions and parliaments as terminal Commitment ' business.
Invest informally this almost absolute power, elites everywhere have supported national economic policies that were detrimental to the policies of redistribution of national wealth in favor of the privileged classes, have created many rich and many have become incredibly rich richer at the price of creation of hundreds of millions of poor or near-poor.
610xUn since it has to consider is the dynamics of taxing the middle class and middle-low in recent decades. Despite the incredible emphasis that everywhere in the world is spending to reduce taxes on the middle class have never declined in any country. Decreased only taxes for large incomes, while at the same time offering them the possibility of using tax havens, and while the middle class was chained by computer, where the levy is not the source as in our country. Needless to say that all the cuts to services and public welfare benefits were an exponential increase of the hidden tax on middle class, at least where there are public services, because the U.S. lost the job when you lose the health coverage. Similarly it was the middle class to absorb the soaring prices of raw materials until just before the global economy began its implosion.
An article in the British The Guardian report as among the top one hundred UK companies limited by shares, there are very few who pay taxes in Britain. Almost all legally evade the parties located outside of the organization that generate profits, usually in tax havens, and in Great Britain, leaving only those parts that do not generate income, with the paradox for which companies have billions of pounds of profit Libyan master of the City, on those profits do not pay a penny of taxes all'erario English. Perhaps the British workers could find more satisfaction and sense nell'assediare sure their fellow citizens.
It does not happen and it's certainly not sorry to those companies that have escaped taxation English and even sorry for the financial genius who does not know where to slam his head. It works well almost everywhere and it is useless to say that with the amount of those fees could guarantee an income to millions of British citizens, who for their whole lives have paid all their taxes and who now find their lives among the "damage reactions "of others' wrongdoings.
The solution seems everywhere to load the debt of the rich on the backs of those who are not rich. The big problem and that the middle classes have already been bled, even those with decent jobs and safe, which allows him to continue to pay taxes and to eat, has no margin to pay the odious tax to save the income of indebted rich. Still have the least all those who have been offered a job more and more infamous and always paid less, or those who have lost or will lose a job because it produces an absurd enough income to survive.
Clearly the crisis is serious, but is not yet mature and that you can understand is that driving the carousel trying to throw money that we do not have to allow the carousel to continue to run in spite of any logic. That can return the carousel to spin as the first is impossible, untenable, unthinkable, just think of inconsistency between the call to the consumer despite the inability to maintain previous levels of consumption due to lack of capital and credit. The recovery in consumption would be one that should make it possible to continue as before and pay off their debts. To date, the recovery in consumption is the goal of all governments and is off as the panacea for all ills, but as this is possible while the income of the middle class is everywhere at the limit of subsistence, with the capacity for debt has been cleared to help finance, no one says no. Those who say that before you bought too much debt, now they say that those levels of consumption are the only solution to save the cabin; difficult to escape the missing part which explains how to do it when we can not and debt it must also repay the debts.
Until schianterà also the last of the Mohican will be difficult to see true self and serious attempts to roll over to a system that has started to collapse. In the U.S. the new administration collects confidence, but it is a slave of the same dynamics and collusion, Obama is not going to settle the debts for magic and even less can play around with certain dynamics, as it will not be the social market economy the German will be the next fig leaf to be placed before the next found to change something so that nothing is changed. With this background, the great challenge of the countries that claim advanced, is not so much the rescue of economies, how to cross this crisis without plunging into war between the poor and without deviating from its level of civilization and solidarity.
ale
pot kettle black!!
04.02.2009 20:51
Listen to headlines and then at 17.57-20.20
See also Nick Squires on Page 8 Daily Telegraph Feb 4th
Support David Petrie!!
Harriet